Principi per i dati bibliografici aperti

Originale in inglese

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##Introduzione
I produttori di dati bibliografici come le biblioteche, gli editori, le università, i ricercatori o le comunità che usano strumenti bibliografici condivisi (social reference management system) hanno un ruolo importante nel sostenere il progresso della conoscenza. Affinché una società tragga pienamente beneficio dal lavoro bibliografico, è fondamentale che i dati bibliografici siano aperti – vale a dire che siano liberamente disponibili per l’uso e il riuso da parte di chiunque e per qualsiasi scopo.

Dati bibliografici

Per definire lo scopo dei principi, nella prima parte viene spiegato il concetto fondamentale di dati bibliografici.

Dati fondamentali (Core Data)

I dati bibliografici consistono di descrizioni bibliografiche. Una descrizione bibliografica descrive una risorsa bibliografica (articolo, monografia, etc. – sia essa cartacea o elettronica) allo scopo di:

  1. identificare la risorsa descritta, cioè indicare un’unica risorsa tra tutte quelle esistenti e
  2. ubicare la risorsa descritta, cioè indicare come e dove trovarla.

Tradizionalmente, era sufficiente un’unica descrizione per entrambi gli scopi, dal momento che essa forniva informazioni su: autore/i, curatore/i, titolo, editore, luogo e data di pubblicazione, identificazione dell’opera “madre” (ad es. rivista), numeri di pagina.

Sul Web per identificare una risorsa si usano gli Uniform Resource Identifiers (URI) come URN, DOI, etc., mentre è possibile localizzarla tramite Uniform Resource Locators (URL), che sono URI accompagnati dal prefisso HTTP. Perciò, tutti gli URI di risorse bibliografiche rientrano in questo concetto ristretto di dati bibliografici.

Dati secondari

Una descrizione bibliografica può includere altre informazioni che non rientrano nel concetto di dati bibliografici, come ad esempio identificatori esterni al web (ISBN, LCCN, OCLC etc), asserzioni sui diritti, dati amministrativi e altri dati (cfr. l’addendum per una lista di dati bibliografici secondari); questi dati possono essere prodotti da biblioteche, editori, accademici, comunità on-line di bibliofili, sistemi di social reference management e via dicendo.

Inoltre, le biblioteche e le istituzioni collegate producono vocabolari controllati per la descrizione bibliografica, come l’archivio di autorità per il controllo della forma (authority file) del nome degli autori personali e collettivi e dei soggetti, le classificazioni, etc. Anche questi rientrano nel concetto di dati bibliografici.

I quattro principi

Raccomandiamo formalmente di adottare i seguenti principi e di agire sulla base di essi:

  1. Quando si pubblicano dati bibliografici e collezioni di dati bibliografici è cruciale che siano pubblicati con una chiara ed esplicita dichiarazione sulla volontà e le aspettative dell’editore riguardo al riuso e alla riproposizione di descrizioni bibliografiche individuali, di intere collezioni o di loro sottoinsiemi. Tali asserzioni devono essere precise, irrevocabili e basate su un’asserzione appropriata e legalmente riconosciuta, espressa in forma di deroga o di licenza.
    Quando pubblicate dati bibliografici, usate una licenza esplicita e robusta.
  2. Molte licenze ampiamente riconosciute non sono pensate per i dati bibliografici o collezioni di dati e non sono a essi appropriate. Esiste una varietà di licenze progettate e appropriate per il trattamento di dati che sono descritte qui: (http://opendefinition.org/licenses/#Data). Le licenze Creative Commons (ad esclusione della CC0), GFDL, GPL, BSD, etc. NON sono adatte ai dati e il loro uso è FORTEMENTE scoraggiato.

    Usate una licenza o una deroga appropriata ai dati.

  3. L’uso di licenze che limitano il riuso commerciale o la produzione di opere derivate escludendo l’uso per scopi particolari o per persone o organizzazioni specifiche è FORTEMENTE scoraggiato. Queste licenze rendono impossibile integrare efficacemente i dataset e riproporli. Inoltre, impediscono lo sviluppo di servizi commerciali che aggiungano valore ai dati bibliografici o di attività commerciali che possano servire come supporto alla preservazione dei dati.
    Se volete che i vostri dati siano realmente usati e arricchiti da altri, devono essere aperti così come definito dalla Open Definition (http://opendefinition.org) – in particolare, non devono essere usate la clausola non-commerciale e altre clausole restrittive.
  4. Inoltre, si raccomanda che i dati bibliografici o le collezioni di essi, specialmente se sono finanziati con denaro pubblico, devono essere esplicitamente posti nel pubblico dominio tramite la licenza Public Domain Dedication (negli Stati Uniti) o la deroga Creative Commons Zero. Questo favorisce il massimo riuso possibile dei dati, in linea con l’etica generale di condivisione nell’ambito dei beni culturali finanziati dal pubblico.

    Ove possibile, ponete esplicitamente i dati bibliografici nel Pubblico Dominio tramite PDDL o CC0.

Hanno contribuito: Karen Coyle, Mark MacGillivray, Peter Murray-Rust, Ben O’ Steen, Jim Pitman, Adrian Pohl, Rufus Pollock, William Waites

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Addendum

Una lista non esaustiva di dati bibliografici.

Dati fondamentali: nomi e identificatori di autore/i e curatore/i, editore, data e luogo di pubblicazione, identificazione dell’opera madre (per esempio una rivista), numeri di pagina, URI.

Dati secondari: formato dell’opera, identificatori esterni al web (codice ISBN, LCCN, OCLC etc.), indicazione dei diritti associati all’opera, informazioni sulla sponsorship (ad es. finanziamento), informazioni sul tipo di supporto, informazioni sull’ampiezza e la dimensione, dati amministrativi (ultima modifica, ecc.), link rilevanti (a wikipedia, google books, amazon etc.), indice, link a parti digitalizzate dell’opera (indice, registri, bibliografie ecc.), indirizzi e altre informazioni per contattare l’autore, immagini di copertina, abstract, recensioni, sommari, soggetti, parole chiave, classificazione, tag generati dall’utente, dati sull’esemplare (numero di detentori, collocazione, ecc.), …

Traduzione dall’originale inglese di Francesca Di Donato, aprile, 2011.

2 Responses to Principi per i dati bibliografici aperti

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